Piano Impresa 4.0: principi chiave e prime iniziative
Il Piano Nazionale Industria 4.0, oggi Impresa 4.0 e anche noto come "Piano Calenda" (nome del Ministro dello Sviluppo Economico dal maggio 2016 al giugno 2018) è stato introdotto nel settembre 2016 con lo scopo di incentivare lo sviluppo dell'Industria 4.0 in Italia.
Quali sono i principi chiave contenuti nel Piano e quali sono state le prime iniziative in ambito Impresa 4.0? L'abbiamo sintetizzato in quest'articolo, evidenziando le direttrici fondamentali, il contesto di riferimento e l'evoluzione della cultura industriale italiana in questi primi anni di iniziative.
Contesto industriale italiano
Partiamo con un presupposto necessario: in che scenario si inscrive il Piano Nazionale? Qual è, cioè, lo stato della manifattura italiana?
Le peculiarità che caratterizzano il nostro Sistema Paese hanno portato alla necessità di impostare e gestire un’azione di politica industriale adeguata al tessuto industriale italiano, rileggendo i concetti e i principi dell’Industria 4.0. I grandi player privati in grado di guidare la trasformazione digitale della manifattura sono pochi, mentre l’ecosistema abbonda di PMI che operano in svariati settori industriali. Lo scenario, insomma, è complicato.
I principi del Piano Nazionale
1) Investimenti innovativi
La prima direttrice mira ad incentivare gli investimenti per rinnovare il parco tecnologico. L’obiettivo è ammodernare i processi produttivi e introdurre quell’aspetto di digitalizzazione e di interconnessione, alla base del concetto di Industria 4.0, che è una delle cause della continua perdita di produttività nei confronti dei nostri competitors.
Tale direttrice è caratterizzata, principalmente, da:
- proroga del superammortamento (140%);
- introduzione dell’iperammortamento (250%) sui beni strumentali;
- potenziamento significativo del credito d’imposta alla R&S;
2) Sviluppo delle competenze
La seconda direttrice prevede lo sviluppo e l’aggiornamento del capitale umano, così da creare un contesto lavorativo, sia sotto il punto di vista sociale che organizzativo, idoneo a supportare la completa evoluzione e trasformazione digitale all’interno dei confini nazionali.
Per tale motivo il Piano Nazionale prevede la diffusione di una cultura 4.0 lungo l’intero ciclo formativo, dalla scuola all’università, dagli istituti tecnici superiori ai corsi di dottorato. Infine, è prevista la creazione di specifici Competence Center nazionali. Questo nell’intenzione di condurre, con il forte supporto dei poli universitari e player nazionali, progetti innovativi e di sviluppo tecnologico, di supportare la sperimentazione e la produzione di nuove tecnologie 4.0 nel tessuto delle PMI e di effettuare una attività di formazione e di creazione dell’awareness sulle nuove tecnologie manifatturiere e digitali.
Il 30 marzo 2017, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito tali principi e tali direttrici attraverso le Linee Guida, un documento che fornisce un’interpretazione delle regole e dei vincoli presenti nel Piano.
Come evolve il Piano
‘Iperammortamento’ e ‘Superammortamento’ possono essere definite come le due parole chiave con cui si può riassumere la prima fase (quella introduttiva) del Piano Nazionale Industria 4.0. Dal 2017 a oggi la parola chiave è stata senza alcun dubbio “continuità”.
Il tentativo istituzionale di guidare, supportare e alcune volte spronare iniziative imprenditoriali volte al riammodernamento e alla trasformazione del potenziale produttivo, c’è stato. In tal senso si può quindi affermare che si continua a concepire la manifattura italiana come elemento fondante del nostro sistema Paese la cui graduale rivitalizzazione può mantenere una nostra partecipazione al contesto competitivo internazionale come protagonisti e non come semplici comparse.
Tale evidenza, in quella che è l’evoluzione del Piano Nazionale, è confermata dall’estensione dell’ambito temporale dell’applicazione del regime agevolativo per gli investimenti in beni materiali e per quelli immateriali.
Il termine continuità può essere applicato, in secondo luogo, all’attività che il Governo ha svolto circa il capitale umano delle imprese. Coerentemente, infatti, con quanto annunciato con il lancio del Piano Industria 4.0 (ora Impresa 4.0), le persone, il know-how e soprattutto le competenze continuano ad essere viste come il punto di svolta con cui fornire alle nostre imprese quella vitalità metamorfica tale da adeguare il proprio contesto, il proprio processo produttivo e addirittura il proprio business alle novità che il mercato continuamente richiede.
Le principali iniziative
Per passare ai contenuti, sono diverse le iniziative che il Ministero dello sviluppo Economico ha previsto nell'ambito del paradigma di Industria 4.0:
- un bonus formazione 4.0 sulle principali tematiche ovvero su concetti relativi ai big data e analisi dei dati, al cloud e al fog computing nonché alla cyber security, simulazione e sistemi cyber-fisici;
- prototipazione rapida, sistemi di visualizzazione, realtà virtuale e realtà aumentata;
- robotica avanzata e collaborativa;
- interfaccia uomo macchina;
- manifattura additiva (o stampa tridimensionale);
- internet delle cose e delle macchine;
- integrazione digitale dei processi aziendali.
Infine, citiamo i Competence Center (tra cui anche il Politecnico di Milano). In questo senso, il termine continuità deve essere letto con una proiezione sul futuro. Infatti, questi centri vogliono essere una soluzione per dare inizio ad un nuovo approccio in cui università, centri di ricerca, enti pubblici e imprese private collaboreranno reciprocamente al fine di fornire un servizio di trasferimento tecno-logico che sia funzionale alle esigenze del settore manifatturiero.